COME SUPERARE L’ESAME DI DIRITTO PRIVATO
I neo-universitari iscritti a Giurisprudenza universitari sanno benissimo che quello di Diritto Privato è uno degli esami più difficili da superare, se non il più difficile.
Sono laureato in Chimica Industriale, e se debbo ricordare un esame che ha qualche punto in comune con quello di Diritto Privato questo esame è Chimica Organica.
Sul Web ho poi letto da qualche parte in questi giorni il seguente consiglio, che trova il mio pieno consenso: leggere una prima volta per assimilare l'argomento, e poi rileggere per una rielaborazione del testo scritto; poi ancora ripetere il tutto ad alta voce, aiutandosi con schemi o mappe concettuali per memorizzare meglio definizioni e nozioni basilari, e alla fine interrogarsi sempre sul “fondamento razionale” delle norme, cioè sulla ragione che ne giustifica l’esistenza nel sistema.
Ho allora pensato che valeva la pena di approfondire e generalizzare tale argomento, per poterlo meglio condividere con tanti giovani che sacrificano ore di libertà e di divertimento per costruirsi un futuro.
Sono stato premiato nella ricerca, perché ho trovato anche delle regole che di seguito riporto:
- Durante l’esame, nessun professore vi chiederà mai di ripetere a memoria il testo di una norma.
- Allo stesso modo, non vi verrà mai chiesto di dire quale articolo del Codice Civile contiene una data norma.
- Ricordate che vi sarà consentito di utilizzare il codice durante l’esame.
- Di solito, il docente terrà molto in considerazione se lo studente sarà in grado di ritrovare nel codice le norme relative all'argomento chiesto.
- Il docente considera un grave errore se non saprete in quale ordine le materie vengano trattate nel codice.
- Siate sempre in grado di applicare una norma ad un problema pratico.
- Lo studente dovrà essere in grado di definire con precisione le nozioni su cui verrà interrogato.
- Lo studente dovrà essere sempre in grado di chiarire con un esempio la questione che ha esposto in modo teorico.
- Nella valutazione finale, il docente terrà molto in considerazione la vostra proprietà di linguaggio: il Diritto Privato richiede un linguaggio “tecnico”.
Non mi resta che da augurare a tutti i futuri dottori in giurisprudenza il solito augurio: “Crepi il lupo!”, accompagnato da un qualche opportuno gesto scaramantico che lascio al lettore/lettrice di quest’articolo di scegliere liberamente.
Zeferino