IL CIRCOLO DELLE QUINTE
Costruzione e interpretazione del Circolo delle Quinte
Prima di descrivere il Circolo delle Quinte, è opportuno seguire attentamente questo video: Il Circolo delle Quinte ... la spiegazione più facile che esista.
E parliamo ora in dettaglio del Circolo delle Quinte .
Nella teoria musicale, il Circolo o Ciclo delle quinte è - in sintesi - una successione di note (o meglio, di tonalità) creata in successione in ordine circolare che rappresenta le relazioni tra le dodici note della scala cromatica, le sei note della Scala Maggiore (Do, Sol, Re, La, Mi, Si) e le sei note della Scala Minore (Sol bemolle, Re bemolle, La bemolle, Mi bemolle, Si bemolle, Fa bemolle).
Ogni volta che si passa di quinta in quinta, si aggiunge un diesis # alla settima della quinta trovata (Vedi anche Simboli degli accordi)
Tra l'altro, viene spiegato che:
1) Il Circolo delle Quinte ci permette di individuare le caratteristiche delle tonalità scelte dal compositore;
2) Le alterazioni diesis, bemolle e bequadro e diesis, posti davanti ad una nota, hanno rispettivamente i seguenti effetti: il diesis alza di un semitono quella nota; il bemolle invece l'abbassa;
3) il bequadro annulla l'effetto sia del diesis che del bemolle.
Facendo riferimento alla figura, abbiamo, come sintesi del video:
si - mi - la - re - sol - do - fa (ciclo letto in senso orario);
fa - do - sol - re - la - mi ( lo stesso ciclo letto in senso antiorario).
Volendo rimarcare altri punti essenziali del video, abbiamo questo link: Vedi figura
E parliamo ora del Circolo delle Quinte seguendo il percorso di un altro articolo trovato sul Web.
Nella teoria musicale, il Circolo o Ciclo delle quinte è - lo ripetiamo! - una successione di note (o meglio, di tonalità) creata in successione in ordine circolare che rappresenta le relazioni tra le dodici note della scala cromatica, le sei note della Scala Maggiore (Do, Sol, Re, La, Mi, Si) e le sei note della Scala Minore (Sol bemolle, Re bemolle, La bemolle, Mi bemolle, Si bemolle, Fa bemolle).
Ogni volta che si passa di quinta in quinta, si aggiunge un diesis # alla settima della quinta trovata (Vedi anche Simboli)
Vediamo come è stato sviluppato il Circolo (o Ciclo) delle Quinte.
Il Ciclo delle Quinte, letto in senso orario ci da le Quinte: Sol è la quinta nota dopo il Do, il Re è la quinta nota dopo il Sol, il La la quinta dopo il Re, il Mi la quinta dopo La, il Si la quinta dopo il Mi; e cioè, Do, Sol, Re, La, Mi, Si; letto in senso antiorario, invece, il Ciclo delle Quinte ci da le Quarte: Fa è la quarta nota dopo il Do, Sib è la quarta nota dopo il Fa, il Mib è la quarta nota dopo il Sib, il Lab è la quarta nota dopo il Mib. Abbiamo quindi Fa, Sib, Mib, Lab.
Apriamo una parentesi sulle alterazioni. Le alterazioni sono il # diesis, il b bemolle e il b bequadro, e sono segni che posti davanti ad una nota musicale ne cambiano di un semitono l'altezza. Il semitono è la più piccola distanza tra due note.
Le alterazioni che partono dal Sol sono in Fa diesis. Dal Sol in poi le alterazioni si vanno ad aggiungere; quello che si aggiunge è la quinta di Fa diesis, quindi Do diesis, per cui il Circolo delle Quinte procede tutto per quinte, sia per quanto riguarda le tonalità sia per quanto riguarda le alterazioni. Ricordare bene che in senso orario il Circolo ci da le Quinte, e che in senso antiorario ci da le Quarte, perché Fa non è la quinta di Do ma è la quarta, e Si bemolle è la quarta di Fa, e così via.
Facciamo ora riferimento alla seconda figura.
Se C (il Do) è la nostra posizione zero, partendo da Do se noi dobbiamo trovare la tonalità di Re, da Do saltiamo di due posizioni: il Re si trova in seconda posizione! La posizione ci da il numero delle alterazioni, per cui Re ha due alterazioni, il Fa# e il Do#.
Un altro esempio.
Sempre dalla nostra posizione zero Do, se vogliamo vedere quante alterazioni ha il Mi bemolle, andiamo verso l'alto e vediamo che ha Si, Mi e La bemolle.
Tener ben presente che solo le prime tre alterazioni sono quelle utilizzate; le restanti quattro solo raramente.
Circolo delle quinte: cos’è e come utilizzarlo - Guitar Prof
Riprendiamo in esame il Circolo delle Quinte.
Abbiamo già visto - nella precedente sezione - sopra come si costruisce. Vediamo ora altri aspetti del Circolo delle Quinte.
Le applicazioni pratiche del Circolo delle quinte sono molteplici e riguardano le tonalità, l’armatura di chiave, la costruzione delle scale maggiori e minori, gli intervalli e le progressioni armoniche.
Il Circolo delle Quinte e la Tonalità
La prima cosa da notare è che in senso orario, seguendo la progressione per quinte ascendenti, ho le scale con le alterazioni in diesis. In senso antiorario, seguendo la progressione per quarte ascendenti, ho le scale con le alterazioni in bemolle. Ma c’è di più: riferendomi alla logica dei due “macro quadranti” che vanno da ore 0 a ore 6, sia le scale maggiori con diesis che quelle con bemolle, sono messe in ordine in base al numero crescente delle loro alterazioni.
Come potete facilmente notare da questa immagine, se voglio sapere quante e che tipo di alterazioni ha la scala maggiore di LA, basta vedere se fa parte del quadrante con le alterazioni in diesis o bemolle, e successivamente vedere a che ora è posizionata. Nel caso di LA la scala avrà alterazioni in diesis (quadrante di destra/circolo delle quinte) e le alterazioni saranno 3 perché è posizionata ad ore 3.
Facciamo un altro esempio: la scala maggiore di SIb. Tale scala avrà alterazioni in bemolle (quadrante di sinistra/ circolo delle quarte) e le alterazioni saranno 2 perché è posizionata ad ore 2.
L’armatura di chiave e il riconoscimento di una tonalità tramite il circolo delle quinte.
La prima applicazione pratica di questo sistema è il riconoscimento di una tonalità tramite l’armatura di chiave.
Quando prendete in mano un qualunque spartito, la prima cosa che trovate accanto alla chiave è la cosiddetta armatura di chiave, che comprende le alterazioni permanenti presenti nel brano. Tali alterazioni sono anche quelle presenti nella scala maggiore relativa alla tonalità del brano.
Detto ciò, considerate sempre che ogni scala maggiore ha un numero di alterazioni ben definito. Non possono esistere due scale maggiori con stesso tipo e stesso numero di alterazioni. Inoltre la alterazioni sono sempre e solo di un tipo: diesis o bemolle. Facciamo un esempio: la scala maggiore di SOL ha un’alterazione in diesis, il FA#; ed è l’unica scala maggiore ad avere una alterazione in diesis, non ne esistono altre. Di conseguenza riconoscere una tonalità dall’armatura di chiave diventa semplice: mi basta osservare prima il tipo di alterazione (diesis o bemolle) e poi il numero delle alterazioni. Se ho alterazioni in diesis sono nel quadrante destro, quello del circolo delle quinte; se ho alterazioni in bemolle sono nel quadrante sinistro, quello del circolo delle quarte. Il numero delle alterazioni corrisponde alle ore, e mi indica dunque la tonalità.
Attenzione: in base al sistema appena descritto non è assolutamente necessario conoscere quali alterazioni contiene una scala per individuare la tonalità di un brano tramite l’armatura di chiave. Basta conoscere il tipo e il numero delle alterazioni!
Ecco il quadro completo delle armature di chiave sul circolo delle quinte:
Tonalità omofone nel circolo delle quinte
Come avrete notato la tonalità che sta ad ore 6 del circolo, viene chiamata sia FA# che SOLb.
Il motivo è semplice: se ci arrivo da SI e procedo con un intervallo di quinta giusta ascendente il nome corretto della nota che ottengo è FA#.
Viceversa se ci arrivo da REb e procedo dunque con un intervallo di quarta giusta ascendente il nome corretto della nota che ottengo è SOLb. In entrambi i casi avrò sei alterazioni in chiave: nel primo caso tra le alterazioni comparirà un MI#, nel secondo comparirà invece un DOb. Tale tonalità è detta omofona, cioè stessi suoni ma diversa nomenclatura, quindi anche diversa armatura di chiave).
Allo stesso modo, sempre procedendo per quinte in senso orario, dopo il FA#, la tonalità di REb maggiore può essere anche chiamata DO# maggiore. Infine, procedendo per quarte in senso antiorario dopo SOLb, la tonalità di SI maggiore può essere anche chiamata DOb maggiore. Anche REb/DO# e SI/DOb vengono definite tonalità omofone.
Le scale minori
Le scali minori naturali sono scale che si configurano come scale relative minori rispetto alle scale maggiori. Nello specifico ogni scala maggiore ha al suo interno una scala relativa minore che origina dalla sesta nota e contiene le stesse note della scala maggiore; alterazioni comprese.
Nel caso di DO, la scala relativa minore è LA minore; poiché la nota LA è la sesta rispetto a DO. Le note della scala minore di LA saranno le stesse della scala maggiore di DO, ma partendo dalla nota LA, la scala minore di LA assumerà questo aspetto: LA - SI - DO - RE - MI - FA - SOL.
Analogamente, rispetto alla scala maggiore di SOL, la scala relativa minore sarà MI minore; poiché la nota MI è la sesta rispetto a SOL. In questo caso la scala minore di MI sarà la seguente: MI - FA# - SOL - LA - SI - DO - RE. Come potete notare la scala minore di MI contiene il FA#; proprio perché provenendo dalla scala maggiore di SOL contiene le sue stesse alterazioni, dunque il FA#.
Intervalli e progressioni armoniche all’interno del circolo delle quinte
Un aspetto interessante e spesso sottovalutato del circolo delle quinte è la possibilità di ricavare al suo interno varie tipologie di intervalli. Vediamo insieme alcuni esempi. Prendendo una qualsiasi nota, in questo caso DO, abbiamo che la nota successiva e la precedente sul circolo sono rispettivamente la quinta e la quarta giusta (SOL e FA). Sempre partendo da DO, muovendosi in senso orario e saltando una nota, abbiamo un seconda maggiore (RE). Ancora muovendosi in senso orario e saltando tre note abbiamo una terza maggiore (MI). Muovendosi in senso antiorario e saltando due note abbiamo invece una terza minore (MIb).
Studiare ed applicare il circolo delle quinte
Il circolo delle quinte è sempre stato fonte di studio ed ispirazione per molti musicisti. Tale sistema si presta a più di un’interpretazione e può essere utilizzato in ogni contesto musicale; dalle scale agli intervalli fino alle progressioni armoniche.
Il mio consiglio è di scegliere l’approccio che più vi piace e di studiarlo a fondo. Fate pratica con qualche semplice esercizio, ad esempio la costruzione delle scale maggiori oppure il riconoscimento della tonalità di un brano tramite l’armatura di chiave. Tenete sempre sottomano un’immagine del circolo come questa, vi aiuterà a memorizzarlo meglio e ad applicarlo con facilità.
Di seguito altri link utili: