COME SI RISCHIA IL CONTAGIO DA CORONAVIRUS.

Scritto da Zeferino Siani. Pubblicato in Notizie dal mondo

Salerno, lunedì 13 luglio 2020.
(Aggiornamento dell'articolo pubblicato la prima volta in data venerdì 15 maggio 2020).

Per comodità del lettore, di seguito riporto una sintesi dell’articolo originale:

The Risks - Know Them - Avoid Them - Erin Bromage;
e della relativa traduzione libera in italiano:

Come si rischia il contagio da coronavirus).

Segue la sintesi.

SINTESI.

Per avviare un’infezione COVID-19 bastano un migliaio di particelle virali (dette virioni), assunte in una sola volta o per accumulo a distanza di poco tempo, sia tramite contatto con superfici infette, sia per trasmissione tramite goccioline (droplet) emesse o con starnuti o tosse, sia da correnti d’aria o dal sistema di ventilazione dell’ambiente chiuso in cui ci si trova, ad es. ristoranti, bar, sala di conferenze, posti di lavoro, ecc.
In definitiva, i virioni - da soli - non si trasmettono attraverso l'aria.

Il principale luogo di contagio sono ovviamente i bagni pubblici; poi le abitazioni, in particolare i bagni, che sono pieni di superfici, e che vengono toccate inevitabilmente e spesso; ad esempio, rubinetti o maniglie di acqua calda e fredda, pulsanti o maniglie di azionamento dello sciacquone, ecc.: si consiglia di uscire subito dal bagno non appena azionato lo sciacquone! Seguono le case di riposo (in cui vivono persone anziane deboli e quindi più esposte alla COVID-19), le carceri, i luoghi di culto (chiese, santuari, ecc.), i posti di lavoro, specie del tipo call -center (con postazioni normalmente poco distanziate) o i rumorosi mattatoi (dove occorre alzare la voce per farsi sentire!), ed infine le cerimonie di ogni tipo e le feste. In generale, come prevedibile, i principali luoghi di contagio sono i locali chiusi, con uno scarso ricambio di aria e con un’alta concentrazione di persone.

Infine, Bromage consiglia di rivedere parte delle proprie preoccupazioni per le interazioni all’aperto. Il passaggio nelle proprie vicinanze di un contagioso non implica che si venga contagiati, anche perché - come abbiamo visto - il processo deriva dalla quantità di particelle virali e dal loro accumulo in un breve periodo di tempo. Il rischio potrebbe essere un po’ più alto nel caso del passaggio di una persona che fa attività motoria correndo, pratica attraverso la quale espira sicuramente più droplet, ma il tempo di esposizione è comunque molto limitato considerata la velocità di un corridore.

Con un po’ di pazienza e con le buone pratiche si possono ridurre sensibilmente i rischi di contagio: mai toccarsi la faccia con le mani sporche, praticare il distanziamento fisico, evitare i luoghi affollati, ridurre le interazioni sociali e lavarsi di frequente le mani con il sapone, per almeno 20 secondi. Sul posto di lavoro, infine, si devono richiedere ai datori tutte le protezioni necessarie e gli accorgimenti per ridurre il rischio e garantire la propria sicurezza.

Il coronavirus come d'altra parte tutti i virus - teme le radiazioni ultraviolette ed il calore (evaporazione delle goccioline),  che sono più intensi nella stagione estiva. Ecco perchè in autunno bisogna stare più attenti a rispettare il distanziamento sociale, a tenere sul viso la mascherina nei luoghi chiusi e dove ci sono assembramenti all'aperto, e occorre rispettare scrupolosamente le norme igieniche (lavare mani e viso almeno 4 - 5 volte al giorno).

Dopo questa breve sintesi delle principali cause di contagio del coronavirus SARS-COV-2, che causa la malattia COVID - 19 (COronaVIrusDisease-19 - malattia del coronavirus sviluppatasi nell'anno 2019), ritengo utile sottolineare che virus e malattia sono due cose ben diverse: un virus è un agente infettivo che può entrare in un organismo vivente causando una infezione, che determina poi la comparsa di tutti quei sintomi che definiamo - nel loro insieme - malattia. Ritengo necessaria questa precisazione perché mi capita spesso di rilevare - anche su quotidiani e riviste importanti! - un utilizzo inesatto dei due termini.

Infine, di seguito riporto i link gentilmente segnalatimi da mio figlio Alfredo, neuroradiologo al San Giovanni e Ruggi d'Aragona, che ritengo indispensabili per seguire l'andamento della pandemia localmente e nel mondo:

 Zeferino Siani

n.d.a. per l'importanza dell'argomento, si prega di diffonderne i contenuti presso conoscenti ed amici. Grazie.

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