LE SCALE MUSICALI

La Scala Musicale 

La scala musicale è definibile come un sistema di organizzazione dei suoni sviluppato nel contesto teorico e pratico da ogni generazione, passata e presente.
Inventare una scala significa scegliere un certo numero di suoni e fissare le distanze tra di essi, cioè gli intervalli che li separano.

L’intervallo fra due suoni è alla base della formazione delle scale musicali. Un intervallo è la successione di più suoni che, partendo da una determinata altezza, ascende o discende fino ad una altezza determinata, passando attraverso altezze intermedie, dette gradi musicali. 

La scala musicale a noi più familiare è quella dei sette suoni do-re-mi-fa-sol-la-si-do (ottava successiva), detta diatonica, nei suoi due modi, maggiore e minore. 
Vediamo allora singolarmente ciascuna di queste scale, assieme ad una terza scala, detta scala temperata.

Altre tradizioni musicali sono basate su scale pentatoniche, cioè formate da cinque suoni, o esatoniche (di sei suoni) o formate secondo altre tipologie di scelta di suoni. Con il superamento del sistema tonale nella musica colta del Novecento sono state ampiamente utilizzate sia queste scale ’difettive’, sia altre tipologie di scale musicali, appositamente elaborate.

La scala diatonica maggiore

Nel Sistema Temperato, la scala diatonica (che procede cioè "per toni") è formata da sette suoni (eptatonica), detti gradi, più un ottavo suono che ripete all'acuto il primo, scanditi da una progressione di toni e semitoni in posizione variabile.
La scala diatonica maggiore è composta dalla seguente successione di toni e semitoni:

T   T   S   T   T   T   T   S

Di seguito la scala di Do maggioreprototipo per tutte le altre: Scala di Do Maggiore

Se ora volessimo partire dal SOL per creare una scala che abbia detta nota come suo suono fondamentale, la posizione dei toni e dei semitoni subirebbe uno slittamento.
Per regolarizzare la scala sarà quindi necessario intervenire sul FA naturale, aggiungendovi un diesis che lo innalzerà di un semitono, così da distanziarlo di un tono dal VI grado MI e di un semitono dall' VIII grado SOL.
Nel caso volessimo partire dal FA avremmo una situazione analoga di slittamento. In questo caso sarà necessario abbassare di un semitono il SI naturale con un bemolle, così da distanziarlo di un tono dal V grado DO e di un semitono dal III grado LA. Per ottenere le altre scale maggiori è necessario applicare questa "regolarizzazione" di toni e semitoni finoa raggiungere la corretta sequenza: T   T   S   T   T   T   T   S

Le immagini – da questo punto in poi – sono quelle corrispondenti al minuto corrente di seguito riportate:

Di seguito un altro video sullo stesso argomento: Le scale musicali PT 1: la scala maggiore – G. Savarese

La scala diatonica di modo minore

La scala diatonica sopra definita nella successione graduale T     T     S     T     T     T     S  non è l’unica tipologia di scala diatonica impiegata nel contesto della musica occidentale.
Un’altra tipologia di scala, detta minore, prevede la successione  T     S     T     T     S      T      T   e fornisce nel contesto del sistema tonale specifici e distintivi caratteri funzionali alle composizioni.
Storicamente, i due sistemi maggiore e minore derivano dal contesto della modalità. Con l’affermarsi della nuova sensibilità armonica, nel corso del Cinquecento, furono infatti integrati altri quattro modi agli otto modi gregoriani: due di questi, lo ionico e l’eolio, corrispondono alla successione di gradi dell’attuale modo maggiore e modo minore. Le due scale, nello specifico, erano riferite a due diversi contesti espressivi, essendo la maggiore reputata più adatta a imprimere un carattere positivo e ’ottimista’ alla melodia, mentre la minore avrebbe la ’qualità’ di imprimere sentimenti di mestizia, dolore, struggimento, secondo un principio teorico emerso contestualmente agli sviluppi del sistema tonale (v. melodia).
 

La Scala Temperata

La scala musicale che oggi conosciamo e utilizziamo fu elaborata da Andrea Werckmeister alla fine del 1600 e fu utilizzata dai compositori a partire dal secolo successivo. J. Sebastian Bach impiegò sistematicamente la scala temperata nelle due raccolte Das wohltemperierte Klavier (Il clavicembalo ben temperato), composte la prima nel 1722 e la seconda nel 1744. Ciascuna raccolta contiene 24 preludi ed altrettante fughe in ognuna delle 24 tonalità nelle quali modula la scala temperata (v. tonalità). Questa scala musicale si basa su un principio di determinazione dei suoni completamente diverso da quello matematico sopra esaminato. La scala si suddivide infatti in 12 gradi progressivi, calcolati ripartendo l’ottava in dodici parti uguali, sulla base della radice dodicesima di 2. Ogni parte, o grado, si chiama semitono. Ogni semitono corrisponde a un aumento del 5,9% della frequenza del suono (radice dodicesima di due = 1.0594...). Dopo dodici semitoni si ha un raddoppio della frequenza: si è cioè saliti di un’ottava. La necessità di sviluppare questa scala derivò dai problemi tecnici legati alla possibilità di accordare gli strumenti musicali (in particolare gli strumenti a tastiera) coi parametri della scala naturale. Il problema fondamentale sulla possibilità pratica di utilizzare i valori della scala naturale per l’accordatura, infatti, verteva sulla possibilità di comporre ed eseguire la stessa musica su scale che partono da altezze differenti.
Il sistema della scala temperata si basa sulla divisione dell’ottava in 12 suoni; essa è dunque un esempio di scala temperata cromatica. Suonando in successione tutte e dodici le note della scala cromatica, notiamo che la differenza in altezza fra ogni suono e il successivo è sempre identica, e corrisponde sempre ad un semitono. Suonando invece i soli tasti bianchi della tastiera eseguiamo una scala eptatonica, cioè una successione di sette note (che chiamiamo do re mi fa sol la si, più il do successivo, che è la nota ottava), la quale è definita scala temperata diatonica. I semitoni non compresi nella scala diatonica prendono il nome diesis (simbolo #) se riferiti all’innalzamento di 1 semitono del grado precedente, mentre assumono il nome bemolle (simbolo b) se riferiti all’abbassamento di 1 semitono della nota seguente.

Nessuno degli intervalli della scala temperata cromatica e diatonica è ’perfetto’, cioè segue il rapporto matematico della scala naturale o di quella pitagorica, ad eccezione dell’ottava, che resta nel rapporto doppio. Tutti gli intervalli intermedi sono aggiustati - ’temperamento’ significa adattamento - in modo tale che l’incremento in altezza sia sempre costante (come già detto, equivale alla radice dodicesima di 2). In tal modo, mentre i 12 gradi della scala cromatica temperata sono tutti ad intervallo di semitono coi gradi contigui inferiore e superiore, nella scala diatonica temperata si determina una successione di toni (1 tono è pari a 2 semitoni) e semitoni. Osservando la successione dei tasti bianchi della tastiera, notiamo infatti che un intervallo di semitono è sempre nel mezzo ad ogni intervallo di tono, ed è il tasto nero che si interpone fra essi. Nelle due occorrenze in cui il tasto nero è assente, l’intervallo è già di semitono (mi/fa e si/do).

Grazie al sistema del temperamento la scala diatonica è riproducibile a qualsiasi altezza vogliamo, partendo cioè da qualsiasi grado della scala cromatica temperata. Tale struttura risulta quindi perfettamente versatile nel consentire di trasporre la musica a qualsiasi altezza desiderata, purché compresa nella scala cromatica dei suoni. La messa a punto della scala temperata consentì dunque di arricchire enormemente il linguaggio musicale, che poté contare su una vasta gamma di possibilità di modulazione e di trasposizione. La trasformazione operata nel linguaggio, nella composizione, nella cultura musicali dall’adozione del sistema di temperamento fu di portata enorme.

I gradi della scala diatonica e la loro fusione

La successione di toni e semitoni che definisce la scala diatonica, maggiore e minore, attribuisce una specifica funzione a ciascun suono della scala stessa. Tali funzioni, nel contesto della musica tonale, determinano la cosiddetta tensione lineare, cioè la capacità di conferire direzione e senso alla linea melodica e all’intreccio delle linee melodiche (tensione interlineare) nel contrappunto (v. glossario), mentre gli stessi gradi, impiegati nella formazione degli accordi (v. tonalità) convergono nella determinazione della cosiddetta tensione gravitazionale, cioè la direzionalità logica e dinamica della musica tonale nelle sue componenti melodiche e armoniche insieme. La giustificazione teorica di tali caratteristiche e la loro corrispondenza alla fattualità della musica e alla sua evoluzione storica è materia che qui non può essere presa in esame. Ai fini della presente introduzione, è opportuno però specificare almeno il nome di ciascun grado e la funzione dei gradi principali:
tonica (I grado): dà il nome alla scala e alla tonalità che su essa si costruisce. E’ il punto di riferimento e di arrivo dell’organizzazione melodica e armonica del brano;
sopratonica (II grado): è a distanza di tono dalla tonica in entrambe le scale. La sua dissonanza con la tonica e consonanza con la dominante (di cui costituisce il V grado) rende questo grado fortemente dinamico in entrambe le modalità;
modale (III grado): essendo impiegato nell’accordo di tonica ed essendo differente nei due modi maggiore e minore, è il grado che definisce il modo della scala (da cui il nome);
sottodominante (IV grado): è invariata nelle due modalità e l’accordo costruito su di essa è determinante ai fini dell’affermazione della tonalità, in quanto generalmente anticipa la cadenza;
dominante (V grado): è la nota che caratterizza la scala al pari della tonica, essendo sommamente consonante con essa ad (intervallo di quinta giusta) sia nelle scale minori che maggiori. L’accordo che si costruisce sulla dominante convalida la tonalità, in quanto implica il meccanismo della cadenza (v. tonalità);
sopradominante (VI grado): essendo differente nella scala di modo maggiore e minore, indica il modo nella melodia e negli accordi che la contengono
sensibile (VII grado): la sua funzione è legata all’affermazione della tonalità, in quanto, essendo collocata a distanza di semitono dalla tonica superiore, tende a risolvere su di essa. Il suo impiego è essenziale nella cadenza in congiunzione con la dominante (nell’accordo di dominante) e con la sottodominante (nell’accordo di settima). Tale funzione è specifica della scala maggiore, mentre nella scala minore il settimo grado assume funzione di sensibile solo grazie all’innalzamento di 1 semitono, come sopra spiegato.

La scala esatonica, pentatonica e scale difettive

A differenza delle scale maggiori-minori che conferiscono pesi e funzioni diverse ai diversi gradi della scala, altre tipologie scalari tendono a dare alle note la stessa importanza funzionale; per questo furono elaborate (sia per invenzione, sia per adattamento da modelli di altre culture) e largamente impiegate nella musica colta del Novecento. Una tipologia di scala musicale costruita a partire dal sistema temperato è la scala esatonale, basata sulla divisione dell’ottava in 6 toni interi. Molto usata, in particolare da Claude Debussy - “Voiles”, ad esempio, dal Primo libro dei Preludes, ad eccezione di una breve sezione pentatonica è interamente esatonale - e da Puccini, essa offre solo due possibili combinazioni di suoni all’interno dell’ottava. Poiché l’ottava, come ricordato, è di 12 semitoni, è possibile infatti costruire solo due scale di 6 toni al suo interno:
do-re-mi-fa#-sol#la#-(do)
do#-re#-fa-sol-la-si-(do#)

Altra tipologia di scala è quella pentatonica (o pentafonica), tipica di molte culture extraeuropee, ed impiegata nella musica occidentale soprattutto per la sua sonorità ’esotica’. La impiega ad esempio Puccini nella Turandot. La scala pentatonica si costruisce rispettando la sequenza tono-tono-terza minore (1T+1S)-tono-terza minore. Sulla tastiera del pianoforte, due esempi di scala pentatonica sono la successione dei tasti neri partendo da fa# ed arrivando a re# e la successione dei tasti bianchi da do a la escludendo il fa. Mancando di alcuni gradi della scala diatonica, essa è un esempio di scala difettiva.
Un altro esempio di scala musicale, anch’essa largamente impiegata nella musica del Novecento, soprattutto dai compositori russi, è quella ottatonica o ottofonica. Caratteristica della scala ottofonica è di essere costruita per alternanza di tono e semitono. Vi sono dunque due combinazioni possibili di scala ottofonica nel contesto di una ottava. La particolare successione alternata di toni e semitoni rende questa scala molto particolare per la presenza del tritono e delle terze minori. Ogni cinque note, da qualsiasi punto si parta, l’intervallo che si forma è infatti il tritono (la quarta eccedente), mentre ogni tre note l’intervallo che si forma è la terza minore (v. intervallo).
Fra i compositori più noti che hanno fatto uso della scala ottofonica ricordiamo Igor Stravinsky, ed un esempio eloquente è nel suo balletto Petroushka, dove l’intero secondo movimento (Chez Petroushka) è basato su una struttura ottofonica. 

Di seguito, un'ampia panoramica sia delle scale musicali, sia su come sono applicate al pianoforte:

Video interessanti: 

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Avvalendoci di  Wikipedia, cominciamo a dare uno sguardo generale alle principali scale musicali.

Brent Henderson

Poi guardiamo i video di Brent Henderson, che insegnano come suonare le varie scale musicali al pianoforte.

(20+) Facebook Brent Henderson

Segnalo il suddetto corso. Lo ritengo molto professionale. Il costo è sensibile, ma vale quella somma (nda> la mia età piuttosto avanzata mi consente solo di imparare online qualcosa che mi piace molto, e che purtroppo ho scoperto tardi).


Un altro passaggio interessante è quello di vedere come vengono eseguite al piano canzoni famose nelle varie scale. 

1. Intervalli ascendenti

Intervallo Canzone Clicca per riprodurre
Unisono Inno di Mameli (Goffredo Mameli, 1847)
Jingle Bells (James Lord Pierpont, 1857)
Tanti Auguri A Te (Mildred Hill, 1893)
Let It Be (The Beatles, 1970)
Candle in the Wind (Elton John, 1973)
Unisono
Seconda minore As Time Goes By (Herman Hupfeld, 1931)
White Christmas (Irving Berlin, 1954)
A Hard Days Night (The Beatles, 1964)
Lo squalo (John Williams, 1975)
Isn't She Lovely (Stevie Wonder, 1976)
Seconda minore
Seconda maggiore Fra' Martino (canzone folk)
Silent Night (Franz Xaver Gruber, 1818)
Rudolph Dal Naso Rosso (J. Marks, 1939)
Autumn Leaves (Joseph Kosma, 1945)
Never Gonna Give You Up (Rick Astley, 1987)
Seconda maggiore
Terza minore Greensleeves (canzone folk)
Georgia on My Mind (Hoagy Carmichael, 1930)
What the World Needs Now (B. Bacharach, 1965)
Happiness Is A Warm Gun (The Beatles, 1968)
Axel F (Beverly Hills Cop, 1985)
Terza minore
Terza maggiore Primavera (Antonio Vivaldi, 1721-25)
For He's a Jolly Good Fellow (canzone folk)
Oh, when the Saints (canzone folk)
Morning has Broken (canzone folk)
What a Wonderful World (George Douglas, 1967)
Terza maggiore
Quarta We Wish You a Merry Christmas (canzone folk)
Amazing Grace (John Newton, 1773)
Love Me Tender (Elvis Presley, 1956)
Black or White (Michael Jackson, 1991)
Con Te Partirò – coro (Andrea Bocelli, 1995)
Quarta
Tritono Maria – coro (Leonard Bernstein, 1956)
The Simpsons Theme (Danny Elfman, 1989)
The Saint (Edwin Astley, 1997)
Tritono
Quinta Scarborough Fair (canzone folk)
Byssan lull (canzone folk)
Can't Help Falling in Love (Elvis Presley, 1961)
Perhaps Love (John Denver, 1981)
Top Gun Anthem (Harold Faltermeyer, 1986)
Quinta
Sesta minore Go Down Moses (canzone folk)
Valzer in Do diesis minore (Frédéric Chopin, 1847)
In My Life (The Beatles, 1965)
A Town With An Ocean View (Joe Hisaishi, 1989)
Close Every Door (Andrew Lloyd Webber, 1991)
Sesta minore
Sesta maggiore My Bonnie Lies over the Ocean (canzone folk)
Notturna in Mi Bemolle Maggiore (Chopin, 1830)
La traviata (Giuseppe Verdi, 1853)
My Way (Frank Sinatra, 1969)
Only Love (Nana Mouskouri, 1985)
Sesta maggiore
Settima minore Maman les p'tits bateaux (canzone folk)
Somewhere (Leonard Bernstein, 1957)
Theme from Star Trek (Alexander Courage, 1966)
The Winner Takes It All – coro (ABBA, 1980)
Settima minore
Settima maggiore Fantasy Island Theme (John Ottman, 1977)
Take on Me – coro (A-ha, 1984)
Popular (Nada Surf, 1996)
Don't Know Why (Norah Jones, 2002)
Settima maggiore
Ottava Singin' in the Rain (Nacio Brown, 1929)
Over The Rainbow (Harold Arlen, 1939)
The Christmas Song (Robert Wells, 1945)
Blue Bossa (Kenny Dorham, 1963)
Ironic (Alanis Morissette, 1996)
Ottava

2. Intervalli discendenti

Intervallo

Canzone

Clicca per riprodurre

Unisono Inno di Mameli (Goffredo Mameli, 1847)
Jingle Bells (James Lord Pierpont, 1857)
Tanti Auguri A Te (Mildred Hill, 1893)
Let It Be (The Beatles, 1970)
Candle in the Wind (Elton John, 1973)
Unisono
Seconda minore Joy to the World (Isaac Watts, 1719)
Für Elise (Ludwig van Beethoven, 1810)
Fly Me to the Moon (Frank Sinatra, 1954)
All My Loving (The Beatles, 1963)
Fields of Gold (Sting, 1993)
Seconda minore
Seconda maggiore Il Natale é (canzone folk)
Mary Aveva Un Agnellino (canzone folk)
Eight Days a Week (The Beatles, 1964)
Yesterday (The Beatles, 1965)
Wonderwall (Oasis, 1995)
Seconda maggiore
Terza minore The Star-Spangled Banner (Francis Key, 1814)
Il mattino (Edvard Grieg, 1875)
Frosty the Snowman (Walter Rollins, 1950)
Hey Jude (The Beatles, 1968)
They Don't Care About Us (Michael Jackson, 1996)
Terza minore
Terza maggiore Swing Low, Sweet Chariot (canzone folk)
Sinfonia No. 5 (Ludwig van Beethoven, 1804)
Summertime (George Gershwin, 1935)
Giant Steps (John Coltrane, 1960)
Tears In Heaven (Eric Clapton, 1991)
Terza maggiore
Quarta O Come, All Ye Faithful (John Wade, 1751)
Eine kleine Nachtmusik (W.A. Mozart, 1787)
I've Been Working on the Railroad (canzone folk)
Shave and a Haircut (canzone folk)
All of Me (Gerald Marks, 1931)
Quarta
Tritono Blue 7 (Sonny Rollins, 1956)
Turn Back, O Man (Godspell, 1971)
YYZ (Rush, 1981)
Even Flow (Pearl Jam, 1991)
Tritono
Quinta Minuetto in Sol maggiore (Christian Petzold, 1725)
The Way You Look Tonight (Dorothy Fields, 1936)
Have You Met Miss Jones? (Richard Rodgers, 1937)
Flintstones Theme (Hoyt Curtin, 1961)
Love Will Keep You Warm (Swan Lee, 2004)
Quinta
Sesta minore Forêts paisibles (Jean-Philippe Rameau, 1735)
Chega de Saudade (Antonio Carlos Jobim, 1957)
Love Story Theme (Francis Lai, 1970)
You're Everything (Chick Corea, 1973)
Sesta minore
Sesta maggiore Nobody Knows the Trouble I've Seen (canzone folk)
A Weaver of Dreams (Nat King Cole, 1925)
The Music of the Night (Andrew L. Webber, 1986)
Man in the Mirror – coro (Michael Jackson, 1988)
No Surprises (Radiohead, 1977)
Sesta maggiore
Settima minore An American in Paris (George Gershwin, 1951)
Watermelon Man (Herbie Hancock, 1962)
Lady Jane – coro (Rolling Stones, 1966)
Settima minore
Settima maggiore I Love You (Cole Porter, 1944)
Settima maggiore
Ottava Willow Weep For Me (Ann Ronell, 1932)
Doogie Howser Theme (Mike Post, 1989)
Todos los días un poco (León Gieco, 1993)
To Zanarkand (Uematsu, 2002)
Ottava

Se si vuol provare a scrivere musica, anche questo sito è ideale: Accademia del Songwriting - Jacopo Ratini

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